martedì 3 gennaio 2012

Le Catacombe di Palermo....orari di visita

Le Catacombe di Palermo

Si trovano in Via Pindemonte 

Orari di visita
tutti i giorni 9.00 - 12.00/15.00-17.30

Biglietto-offerta per i frati cappuccini 

lunedì 2 gennaio 2012

Palermo regina della Cassata Siciliana


La cassata siciliana (dall'arabo qas'at, "bacinella" o dal latino caseum, "formaggio") è una torta tradizionale siciliana a base di ricotta zuccherata (tradizionalmente di pecora), pan di Spagna, pasta reale, frutta candita e glassa di zucchero.
Nonostante l'apparente semplicità della ricetta, esistono innumerevoli varianti locali. Specialmente l'aspetto esteriore può variare da una scarna decorazione di glassa e un po' di scorza d'arancia candita fino a una opulenta costruzione baroccheggiante con perline colorate e una mezza dozzina di frutti canditi diversi.
Sempre secondo le varianti locali, ci possono essere ingredienti aggiuntivi, come pistacchio, pinoli, cioccolato, cannella, maraschino o acqua di zagara. Le radici della cassata risalgono alla dominazione araba in Sicilia (IX-XI secolo). Gli arabi avevano introdotto a Palermo la canna da zucchero, il limone, il cedro, l'arancia amara, il mandarino, la mandorla. Insieme alla ricotta, che si produceva in Sicilia da tempi preistorici, erano così riuniti tutti gli ingredienti base della cassata, che all'inizio non era che un involucro di pasta frolla farcito di ricotta zuccherata e poi infornato.
Nel periodo normanno, a Palermo presso il convento della Martorana, fu creata la pasta reale o Martorana, un impasto di farina di mandorle e zucchero, che, colorato di verde con estratti di erbe, sostituì la pasta frolla come involucro. Si passò così dalla cassata al forno a quella composta a freddo.
Gli spagnoli introdussero in Sicilia il cioccolato e il pan di Spagna. Durante il barocco si aggiungono infine i canditi.
Inizialmente la cassata era un prodotto della grande tradizione dolciaria delle monache siciliane ed era riservata al periodo pasquale. Un documento ufficiale[senza fonte del primo sinodo dei vescovi siciliani a Mazara del Vallo nel 1575 afferma che la cassata è "irrinunciabile durante le festività". Un proverbio siciliano recita "Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua" ("Meschino chi non mangia cassata la mattina di Pasqua"). La decorazione caratteristica della cassata siciliana con la zuccata fu introdotta nel 1873 (in occasione di una manifestazione che si tenne a Vienna) dal pasticcere palermitano cav. Salvatore Gulì, il quale aveva un laboratorio nel centralissimo corso Vittorio Emanuele a Palermo. 
Per preparare una buona cassata ecco cosa serve...ed ecco gli ingredienti...
Per il Pan di Spagna:
6 uova, gr 300 di farina per dolci, gr 250 di zucchero, una bustina e mezza di lievito per dolci, mezzo bicchiere di latte.
Per la Crema di Ricotta:
gr 500 di ricotta freschissima, 300 gr di zucchero, 100 gr di cioccolato fondente, 100 gr di frutta candita, mezza bustina di vaniglia.
Per la Pasta Reale:
gr 200 di farina di pistacchi ( altrimenti 200 gr di mandorle + colorante per dolci verde, la tradizione vuole che sia verde)
gr 200 di zucchero, dl 100 di acqua.
Frutta candita:
Scorze di agrumi (arance, cedri, limone); zucchero semolato.
Cominciamo le preparazioni partendo proprio dalla frutta candita.
Procedimento: Fate delle fettine lunghe di scorze e mettetele a cuocere in molta acqua bollente. Scolatele dopo 20 minuti, lavatele in acqua corrente e fatele cuocere nuovamente in acqua bollente.
Dal momento inizia nuovamente l'acqua a bollire, contate dieci minuti di cottura. Infine scolatele ed asciugatele con una tovaglia. Pesate lo stesso peso di zucchero semolato. Mettete mezzo bicchiere d'acqua e fate caramellare a fuoco lentissimo. Quando lo zucchero si colorisce aggiungete le scorzette, mescolatele col cucchiaio per ricoprirle bene di zucchero.
Ponete il tutto su di un piatto di buone dimensioni o un piano marmoreo così da far asciugare le scorze le une distaccata dalle altre. 
Per il Pan di Spagna frullate a neve le uova, incorporatevi lo zucchero, poi il lievito te il latte per ammorbidire il composto.
Versate in una teglia bene imburrata, al fondo della quale avrete messo un foglio di carta forno. infornate a forno caldissimo e appena vedrete montare, abbassate la fiamma e lasciate cuocere per 15 minute infine la farina. lavorate bene e aggiungei circa.
Per verificare la cottura all'interno inserite uno stecchino nel punto più alto, se esce asciutto è pronto il vostro Pan di Spagna.
La Pasta reale, nota in Sicilia, ci servirà da involucro per la nostra cassata. La sua preparazione (casalinga) è abbastanza semplice.
Mettete in un tegame l'acqua e lo zucchero, rimescolate e portate a ebollizione, togliendo mdal fuoco non appena lo zucchero fila. ve ne accorgerete prendendo il mestolo di legnocon cui avete rimescolato il composto e sollevandolo, per lasciare scolare qualche goccia di zucchero sciolto.
Se la goccia colando si allungherà a filo, e il momento di togliere il tegame dal fuoco e di incorporarvi la farina di mandorle e la vaniglia.
Rimescolate bene per fare amalgamare la farina allo zucchero, aggiungete qualche goccia di colorante verde per rispettare la tradizione, e versate la pasta su un piano di marmo,
opportunamente bagnato.
Appena sarà fredda, lavoratela a lungo finchè non diventi liscia e compatta. Spianate col matterello la pasta reale a foglie dello spessore di circa mezzo cm e tagliatele a rettangoli dell'altezza dello stampo che userete per la cassata, e larghi circa 4 cm La Crema di ricotta molto diffusa in Sicilia viene utilizzata non solo per la cassata, ma anche per cannoli, sfince, panserotti.
Lavorate bene con una forchetta, in una terrina, la ricotta, lo zucchero e la vaniglia, aggiungendo qualche sorso di latte se la ricotta è un pò asciutta. Quando il composto sarà omogeneo passate a setaccio, in modo che la crema risulti liscia e senza grumi.
Condite con le scagliette di cioccolato e le scorzette di frutta candita tagliate a pezzettini piccoli.
Glassa di zucchero a freddo
Ingredienti: gr. 200 zucchero a velo; 1 albume d’uovo; limone
Procedimento: montate a neve ferma l’albume aggiungete qualche goccia di limone ed incorporate lo zucchero spandendolo poco per volta e mescolando con delicatezza.
Lavorate il composto con il cucchiaio di legno e quando avrà una robustezza cremosa sarà pronta per ricoprire la cassata.
Bene direi che ora abbiamo tutti gli elementi per preparare la nostra cassata.
Prendiamo uno stampo di circa 28 cm di diametro e foderate i bordi interni, alternando i rettangoli di pasta reale con rettangoli di uguale misura di pan di Spagna.
Sul fondo dello stampo, sistemate parte del pan di Spagna tagliato a fette alte circa un dito e inumiditelo con uno sciroppo fatto di acqua zucchero e ruhm, o marsala se lo avete.
Versate nello stampo così foderato la Crema di ricotta, e coprite con altro pan di Spagna, inumidito pure questa volta di sciroppo.
Lasciate asciugare in frigorifero qualche ora, quindi voltate su un piatto di portata. Spalmate la glassa di zucchero con una spatolina per un effetto estetico migliore.
Guarnite quindi la vostra Cassata con la frutta candita usando tutta la vostra fantasia. 




Palermo Le Catacombe fra misteri e segreti


Il cimitero dei frati cappuccini di Palermo, erroneamente conosciuto come “le catacombe” conserva le spoglie mortali di frati, personaggi famosi e comuni. Il tasso di umidità delle Catacombe di Palermo, e la cura che i frati cappuccini avevano dei defunti, ha permesso che le mummie si conservassero pressoché intatte, e molto riconoscibili. Le Catacombe diPalermo, nonostante si trovino un po’ al di fuori del cuore della città, sono una delle mete turistiche più apprezzate dai visitatori del capoluogo siciliano. Il fascino del macabro, che si conserva spaventosamente intatto dal 1599, non passa mai di moda.
Il Convento dei Cappuccini a Palermo, nel quartiere Cuba, è annesso alla Chiesa di Santa Maria della Pace. Chiesa e convento risalgono al XVI secolo, benché edificati su strutture precedenti. Il Convento è conosciuto in tutto il mondo per la presenza nei suoi sotterranei di un vasto cimitero, che attira la curiosità di numerosi turisti, Le gallerie furono scavate alla fine del '500 e formano un ampio cimitero di forma rettangolare. Non sono mai state inventariate le salme ivi presenti, ma si è calcolato che debbono raggiungere la cifra di circa 8.000.
Le mummie, in piedi o coricate, vestite di tutto punto, sono divise per sesso e categoria sociale, anche se la maggior parte di esse appartengono ai ceti alti, poiché il processo di imbalsamazione era costoso. Nei vari settori si riconoscono: i prelati; commercianti e borghesi nei loro vestiti "della domenica"; ufficiali dell'esercito in uniforme di gala; giovani donne vergini, decedute prima di potersi maritare, vestite col loro abito da sposa; gruppi famigliari disposti in piedi su alte mensole, delimitate da sottili ringhiere simili a balconate; bambini; ecc.
Numerose salme appartengono comunque a frati dell'ordine dei Cappuccini stessi: il primo ad essere stato inumato all'interno delle catacombe fu infatti frate Silvestro da Gubbio il 16 ottobre del 1599. La sua salma è la prima sulla sinistra subito dopo l'ingresso.
Il metodo di imbalsamazione prevedeva prima di tutto di far "scolare" la salma per circa un anno, dopo averle tolti gli organi interni. Quindi il corpo, più o meno rinsecchito, veniva lavato con aceto, riempito di paglia, e rivestito con i suoi abiti. Altri metodi, utilizzati specialmente in periodi di epidemie, prevedevano un bagno di arsenico o di acqua di calce.
Mummia di Rosalia Lombardo
Tra le salme delle Catacombe dei Cappuccini è particolarmente nota quella di Rosalia Lombardo, visibile nella Cappella di Santa Rosalia in fondo al primo corridoio, sulla sinistra. Nata a Palermo nel 1918 e ivi morta il 6 dicembre 1920, presubilmente per un'infezione bronchiale, la bambina è stata una delle ultime persone ad essere ammesse alla sepoltura nella cripta. L'imbalsamazione fu curata dal professor Alfredo Salafia, lo stesso che imbalsamò Francesco Crispi. Come si è scoperto solo nel 2009, per l'operazione venne utilizzata una miscela di formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico. La bambina appare intatta (seppur solo per il volto e non per il resto del corpo) destando l'impressione che stia dormendo, tanto da meritare il soprannome di “Bella addormentata". Nonostante il processo di mummificazione sia uno dei migliori, se non il migliore, il corpo presenta piccoli segni di decomposizione. È stato quindi necessario collocare la storica bara all'interno di una teca ermetica di acciaio e vetro, riempita di azoto.



sabato 31 dicembre 2011

Piazza Pretoria la Fontana delle Nudità


La Fontana Pretoria fu realizzata nel 1554 da Francesco Camilliani a Firenze, ma nel 1581 venne trasferita in Piazza Pretoria a Palermo.
Storia...
A Firenze la fontana fu collocata all'interno del giardino di Don Luigi di Toledo,posto sul sito dell'attuale Palazzo di San Clemente. Il nobile spagnolo era fratello della duchessa Eleonora di Toledo ed aveva ottenuto nel 1551, dopo molte pressioni, un terreno dalle suore di San Domenico al Maglio.
La realizzazione dell'insolito giardino (privo di un palazzo o di un edificio di rilievo) e della monumentale fontana furono commissionate allo scultore fiorentino Francesco Camilliani, che la realizzò, a partire dal 1554.

La fontana comprendeva 48 statue e aveva dimensioni inusuali, soprattutto visto che non era destinata ad uno spazio pubblico, ed era fronteggiata da una lunga pergola formata da 90 colonne di legno messe in opere sotto la sorveglianza di Bartolomeo Ammannati.
Spinto dai debiti ed in procinto di spostarsi a Napoli, Don Luigi, grazie al fratello Don Garçia de Toledo riuscì nel 1573, a vendere la fontana alla città di Palermo. Don Garçia che era stato viceré di Sicilia era in buoni rapporti con il Senato palermitano, che decise acquistare la fontana e di collocarla nella piazza su cui prospetta il Palazzo Pretorio. La Fontana Pretoria nel 1957. La fontana giunse a Palermo il 26 maggio 1574 smontata in 644 pezzi dei quali 112 imballati in 69 casse. Per far posto alla monumentale realizzazione, concepita per un luogo aperto, vennero demolite diverse abitazioni. 

La fontana tuttavia non arrivò completa e alcune sculture si erano rovinate durante il trasporto, mentre altre forse furono trattenute dal proprietario. Furono pensati quindi alcuni adattamenti nella ricomposizione dei pezzi e ne vennero aggiunti altri. La cura della ricomposizione e dell'adattamento della fontana fu affidata nel 1574 a Camillo Camilliani, figlio di Francesco, che ultimò i suoi interventi nel 1581 con l'aiuto di Michelangelo Naccherino.
Per tutto il XVIII secolo e parte del XIX secolo fu considerata una sorta di rappresentazione della corrotta municipalità cittadina, che vide in quelle immagini il riflesso e i personaggi discutibili del tempo. I palermitani soprannominarono la piazza, anche per la nudità delle statue, Piazza della Vergogna.
Nel novembre del 1998 fu intrapresa un'opera di restauro, che durò fino al novembre del 2003.
A dicembre dello stesso anno la fontana è stata riaperta e successivamente è stata riattivata la circolazione dell'acqua.

venerdì 30 dicembre 2011

Palermo capoluogo della Provincia di Palermo e della Regione Sicilia


Palermo (IPA: /paˈlɛrmo/, Palermu in siciliano) è un comune italiano di 655.409 abitanti, capoluogo della provincia di Palermo e della Regione Siciliana.
È il quinto comune italiano per popolazione dopo Roma, Milano, Napoli e Torino e trentunesimo a livello europeo; è, inoltre, il principale centro urbano della Sicilia. L'area metropolitana di Palermo, che comprende il capoluogo ed altri 26 comuni, conta una popolazione di 1.044.426 abitanti.

Estesa lungo l'omonimo golfo e adagiata sulla pianura della Conca d'Oro, così chiamata per via delle colorazioni tipiche degli agrumi, essa è circondata completamente da una cinta muraria naturale: i monti di Palermo. Il tessuto urbano è diviso dal fiume Oreto.
Fondata come città-porto dai Fenici intorno al 734 a.C., possiede una storia millenaria che le ha regalato un notevole patrimonio artistico ed architettonico che spazia dai resti delle mura puniche per giungere a ville in stile liberty, passando dalle residenze in stile arabo-normanno, alle chiese barocche ed ai teatri neoclassici. Per ragioni culturali, artistiche ed economiche è stata tra le maggiori città del Mediterraneo ed oggi è fra le principali mete turistiche del mezzogiorno italiano e tra le maggiori mete croceristiche del bacino mediterraneo. Palermo è oggi considerata capitale dell' EuroMediterraneo.
Fu capitale, dal 1130 al 1816, del Regno di Sicilia, e seconda città di importanza del Regno delle Due Sicilie fino al 1861. È sede dell'Assemblea regionale siciliana, dell'Università degli Studi e della principale arcidiocesi regionale.
Territorio:
La zona di Palermo era in origine un'ampia pianura tagliata da molti fiumi e torrenti ed ampie zone paludose adesso bonificate, circondata da alte montagne (i Monti di Palermo le cui cime sono spesso ricoperte dalla neve durante la stagione invernale).
La pianura di Palermo, si affaccia sul Mar Tirreno, ed insieme ai monti alle sue spalle forma la Conca d'Oro. La disposizione del comune si estende lungo la fascia costiera, con poca penetrazione nell'entroterra. I fiumi che esistevano sono scomparsi o scorrono ancora sotto terra.
Dalle montagne discendono giù fino al mare delle vallate create nel corso dei secoli dall'erosione delle acque. La Valle dell'Oreto è la principale, ed attraversa la città. La valle delimita una linea di demarcazione tra la periferia ed il centro.